gaia, cerere e homo sapiens sapiens
La proprietà della superficie terrestre appartiene a Cerere che, in assenza di uomo Agricoltore, coincide con Gaia.
L’uomo, prima solo Agricoltore (uomo A), poi Agricoltore e Industriale (uomo AI), e, infine, Agricoltore, Industriale e “infoTelematico” (dati, informazioni e telecomunicazioni), (uomo AIT), in opposizione all’uomo RCP (Raccoglitore, Cacciatore, Pescatore), nel mio pensiero non è proprietario delle superfici sottratte a Cerere, ma solo temporaneo possessore e custode.
Ogni volta che l’uomo sottrae terre emerse (o acque) a Cerere, si impegna a fine uso
- a restituire a Cerere tali terre,
- a ripristinare su di esse il tipo di ecosistema (prateria, foresta) allo stato di successione ecologica in cui le terre si trovavano al momento della sottrazione.
Quando una comunità umana sottrae terre emerse (o acque) a Cerere, queste terre emerse sottratte diventano antroposistemi e la comunità umana è tenuta:
- a registrare nello stato patrimoniale gaiano della comunità
- in attivo una diminuzione pari al valore degli ecosistemi sottratti e
- in passivo una corrispondente diminuzione del Capitale Netto Naturale;
- a registrare nello stato patrimoniale antropico della comunità, periodicamente, via via che la comunità (tramite la rete di imprese incaricata) redigerà gli stati di avanzamento lavori,
- in attivo un aumento del valore delle immobilizzazioni fino ad allora realizzate, classificate secondo la destinazione d’uso (aree di estrazione mineraria, aree di estrazione di prodotti di cava, aree di prelievo di acque dalle falde acquifere e dai corpi idrici superficiali, aree selvicolturali, aree a pascolo, aree a coltivo, aree residenziali, aree artigianali e industriali, aree infrastrutturali) e per tipo di immobilizzazione, e
- in passivo un aumento del Capitale Netto Antropico.
Alla fine di ogni periodo, la variazione della somma delle voci di Capitale Netto presenti negli stati patrimoniali gaiano e antropico della comunità mostrerà la misura della variazione del Capitale Netto Totale della comunità avvenuta nel periodo per la sottrazione di terre emerse a Cerere e un successivo utilizzo antropico.
Il contrario avverrà in caso di restituzione di terre emerse a Cerere.
Ora, come specie posseditrice delle superfici sottratte, l’uomo gestisce tali superfici.
Le può gestire in grado più o meno accentrato.
Personalmente ritengo che le terre debbano essere sotto la direzione e il controllo delle comunità che le abitano e non sotto la direzione e il controllo di uno stato, di un ente pubblico, di un ente privato o di una corporation, soggetti tutti che hanno interessi lontani dagli interessi della comunità che vive su quelle terre.
Per la precisione, ritengo che il potere più alto sulle terre emerse debba essere assegnato a quella comunità che chiamerò Città, e che vedremo in seguito.
Ma andiamo con ordine.
Permettetemi, a questo punto, una digressione su come la Natura ha organizzato la superficie terrestre in base al ciclo delle rocce e al ciclo dell’acqua.
Il Ciclo delle Rocce
Cominciamo con il mettere in evidenza che il ciclo delle rocce determina
- la ripartizione della superficie planetaria tra terre emerse ed oceani rispettivamente: 149 x 106 km2 e 361 x 106 km2,
- il posizionamento delle terre emerse (ISOLE) sulla superficie terrestre (in gran parte nell’emisfero boreale),
- il posizionamento delle Catene Montuose all’interno delle Terre Emerse e degli Oceani.
elementi tutti che, agendo sulla scala temporale nell’ordine delle centinaia di milioni di anni, rappresentano un dato costante per la nostra analisi, ristretta temporalmente all’esistenza della vita umana sul Pianeta Terra.
Il ciclo delle rocce ha organizzato Gaia in Oceani e Terre Emerse, e le Terre Emerse nei seguenti elementi:
- Isole (i continenti altro non sono che le isole più grandi); le Isole in
- Catene Montuose; le Catene Montuose in
- Bacini Imbriferi, fino alla linea di costa; i bacini imbriferi (a volte, per analizzare fenomeni di inquinamento, può essere interessante e doveroso identificare i bacini idrogeologici); e
- in Laghi aperti o chiusi (con e senza effluenti), Lagune, Mari e Oceani.
Il Ciclo dell'Acqua
Il Ciclo dell’Acqua è ben conosciuto da tutti perché è di fondamentale importanza e agisce sulla scala temporale di giorni, non di centinaia di milioni di anni come il ciclo delle rocce.
L’acqua evapora dalle terre emerse e dagli oceani, condensa nell’atmosfera a formare le nuvole, precipita sugli oceani, precipita sulle terre emerse, nutre le comunità primarie fotosintetizzanti, e, scorrendo, dai monti ai mari, sopra o sotto la superficie dei suoli, contribuisce a modellare i rilievi e le pianure, alimentando falde acquifere, torrenti, fiumi, laghi, paludi, fino a congiungersi al Gran Padre Oceano.
L’acqua e il biossido di carbonio sono le due molecole che tramite la fotosintesi creano i carboidrati alla base dei processi metabolici di generazione dell’energia di piante e animali.
L’acqua e l’aria sono i due fluidi che circolano attorno a tutto il pianeta e quindi è di fondamentale importanza evitare di inquinarli, altrimenti a loro volta si prestano ad inquinare le altre matrici gaiane che li ricevono (altra aria, altre acque, le polveri di roccia più le eventuali necromasse) e gli organismi viventi.
Ma, mentre le molecole d’aria, come la CO2, nel giro di una settimana si ritrovano dall’altra parte del pianeta seguendo un percorso casuale, ed è quindi impossibile seguirle, le molecole d’acqua seguono un percorso diretto dalla forza di gravità e dalle forme del territorio dove precipitano.
Quindi il ciclo dell’acqua ben si presta a guidare la gestione dei territori sottratti dall’uomo a Cerere al fine di ridurre l’inquinamento delle matrici gaiane e degli organismi viventi che vivono in esse generato dalla realizzazione di antroposistemi.
Organizzazione in base al Ciclo dell'Acqua
Per quanto detto sul ciclo dell’acqua, l’elemento delle terre emerse da porre a fondamento delle scelte di sottrazione di terre a Cerere e la loro successiva destinazione ai vari usi umani dovrebbe essere il bacino imbrifero elementare.
Le scelte fondamentali che si presentano in un bacino imbrifero elementare sono:
- Sottrarre o meno terre a Cerere nel bacino imbrifero elementare oggetto di progettazione?
- In caso di risposta positiva, quali terre sottrarre in quel bacino imbrifero elementare?
- In base ai fabbisogni della comunità umana presente sulle terre sottratte a Cerere, a quali usi assegnare le varie terre sottratte?
- Aree di estrazione mineraria (metalli e vettori energetici).
- Aree di estrazione di prodotti di cava (sabbia, limo, argilla, cenere, ghiaia, granito e calcare).
- Aree di prelievo di acque dalle falde acquifere e dai corpi idrici superficiali (torrenti, fiumi, laghi, mari) presenti.
- Aree boschive.
- Aree a pascolo.
- Aree coltivate.
- Aree residenziali.
- Aree industriali (all’interno delle quali troveranno posto le centrali nucleari che io vorrei chiudere gradualmente).
- Reti infrastrutturali:
- Reti Aeroportuali (vie d’aria) con aeroporti ed eliporti;
- Reti Portuali ( vie d’acqua) con porti marittimi, fluviali e lacuali;
- Reti Ferroviarie con Stazioni di treni;
- Reti Stradali con Parcheggi per camion, bus e taxi;
- Stazioni Intermodali per passare da un sistema di trasporto ad un altro;
- Reti idrauliche (dighe, brecce, sbarramenti, canali. fossi impianti di sub-irrigazione e drenaggio per l’irrigazione e il drenaggio delle terre emerse);
- Reti idriche (Diche e Acquedotti per l’accumulo, il trasporto e la distribuzione dell’acqua potabile);
- Reti di Oleodotti (per l’accumulo, il trasporto e la distribuzione del petrolio):
- Reti di Gasdotti (per l’accumulo, il trasporto e la distribuzione del gas);
- Reti Elettriche (Dighe, Stazioni di accumulo e Linee per la produzione, l’accumulo, il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica);
- Reti di Telecomunicazione Terrestri;
- Reti di Telecomunicazione Orbitali (satelliti).
- Stazioni spaziali.
- Dove posizionare le varie aree rispetto agli ecosistemi da tutelare?
- Come posizionare le varie aree una rispetto all’altra?
- Come connettere le varie aree e con quali reti infrastrutturali?
ASSEGNAZIONE DEI POTERI
Le Comunità saranno organizzate in aggregazioni gerarchiche di livello via via superiore:
- grattacielo,
- esagono di grattacieli,
- città,
- bacini imbriferi,
- catene montuose,
- isole,
- mari,
- oceani,
- pianeta Terra,
che verranno trattate in seguito.
Il potere sarà distribuito nel senso che le imprese con i poteri di normazione, gestione dell’ordine comunitario e della difesa della comunità saranno a livello di città.
Il potere sarà distribuito perché esisteranno qualcosa come 10.000 città, ciascuna con una popolazione attorno al milione di cittadini, su una popolazione umana di dieci miliardi di persone al 2050.
Per capirci, le imprese addette alla formulazione delle norme di direzione e coordinamento delle attività delle imprese e delle persone della comunità (fra cui le stesse imprese addette alla somministrazione della giustizia, alla gestione dell’ordine comunitario, alla difesa della comunità), saranno imprese costituite a livello di città.
Le unità organizzative di livello superiore, che permetteranno le interazioni ufficiali fra città diverse, saranno utili per aggregare ed elaborare i dati delle unità di livello inferiore al fine di fornire un quadro via via più ampio degli antroposistemi, e per dare indicazioni normative non vincolanti alle imprese a livello di città per coordinare opere e realizzazioni di interesse intercittà.
Ad ogni fine periodo (settimana, mese, trimestre, quadrimestre, semestre e anno), tutte le imprese verranno valutate in termini di efficacia ed efficienza e l’ultimo decile (o altra frazione) in classifica verrà liquidato e sostituito con nuove imprese costituite da nuovi partecipanti alle stesse.
Tutto il lavoro sarà organizzato tramite imprese all’interno delle comunità.
Tenendo sempre presente che desidero privilegiare la Vita sul pianeta e non seguire un sentiero di tecnologia che ci allontani dalla Vita, riportiamo alcuni dati previsionali riportati da terzi.
- Nel 2050 la popolazione umana mondiale sarà pari a dieci miliardi di persone (10 x 109).
- Di queste, secondo il vigente sistema economico, il 70% (7 x 109) vivrà in città (Aree residenziali) e il 30% (3 x 109) fuori città, ovvero nelle aree di estrazione mineraria, nelle aree di estrazione di prodotti di cava, nelle aree boschive, nelle aree a pascolo, nelle aree coltivate, nelle aree industriali e nelle aree infrastrutturali.
Secondo me, in futuro, tutte le persone dovrebbero avere un proprio alloggio in un’area residenziale di una città, anche se temporaneamente vivessero lontano in un’area non residenziale. Gli alloggi, temporaneamente non occupati dai membri della comunità, potrebbero essere usati per ospitare visitatori da altre città.
Suddividerei la società umana mondiale del presente (anno 2022), pari a circa otto miliardi di persone (8 x 109), e del futuro (anno 2050), pari a circa dieci miliardi di persone (10 x 109), in comunità base costituite da un milione di persone ciascuna (10 x 106) per creare rispettivamente 8.000 città nel presente e 10.000 città nel futuro. Queste città sostituirebbero i 195 stati attuali riconosciuti e le loro dipendenze e territori.
A queste città vanno assegnati i poteri decisionali più elevati sui territori e sulle popolazioni residenti.
Queste città verrebbero coordinate da una carta costituzionale unica che favorisca la gestione (soluzione) pacifica delle controversie nelle relazioni intercittà e unisca le città tra loro per eliminare la possibilità di un conflitto armato tra città (singole o in gruppi).
Inoltre, tale costituzione planetaria prevedrà che le imprese addette al mantenimento della difesa e dell’ordine di una città non possano essere utilizzate contro i cittadini ma che rispondano in ultima istanza ai cittadini medesimi e non alle imprese a ciò addette.
CITTà IDEALE
Orbene, quale sarà la città ideale che servirà da modello per la costruzione di nuove città e la ristrutturazione delle città esistenti?
Le città vanno considerate come quei luoghi in cui viviamo la nostra vita familiare, lavorativa e sociale e quindi dobbiamo strutturarle in modo idoneo, efficace, efficiente, sano, sicuro, comodo e rilassante.
Ecco il modello che mi piace immaginare:
città costruite, per la parte residenziale, da grattacieli a base rettangolare posizionati ai vertici di esagoni regolari uniti gli uni agli altri tramite un lato che congiunge 2 vertici.
Quindi ogni vertice, e , quindi, ogni grattacielo, appartenente ad un esagono interno, apparterrà a tre esagoni distinti limitrofi.
Esternamente la parte residenziale, ci saranno le seguenti aree concentriche sempre più distali:
- corona circolare agricola esterna all’area “esagonale” residenziale;
- corona circolare artigianale e industriale esterna alla corona circolare agricola;
- corona circolare selvicolturale esterna alla corona circolare artigianale e industriale;
- corona circolare infrastrutturale esterna alla corona circolare selvicolturale.
Grattacieli
Ogni grattacielo sarà orientato da nord a sud, per dare modo di prendere il sole sui due lati lunghi per mezza giornata.
Ogni grattacielo avrà una altezza H ed una lunghezza L uguali e un’ampiezza fissa A pari a 24 m.
Per esempio, se poniamo l’altezza tra piano e piano pari a h = 3,5 m, un grattacielo di n piani avrà le seguenti dimensioni:
H = n x 3,5 m
L = H
A = 24 m, di cui 10 m di profondità dell’abitazione est, 4 m di larghezza del corridoio centrale, e 10 m di profondità dell’abitazione ovest.
Se n = 40, di cui:
- 5 piani sotterranei,
- 4 piani per le attività familiari e sociali (fra cui istruzione e salute),
- 30 piani residenziali, e
- 1 piano, l’ultimo, per le attività volte al benessere della persona.
Le misure del grattacielo saranno H = 40 x 3,5 = 140 m, di cui 17,5 m interrati e 122,5 m fuori suolo, L 140 m e A = 24 m. L’area coperta dal grattacielo sarà di 140 x 24 = 3.360 mq.
La parte residenziale sarà assegnata con contratto di alloggio alle persone della comunità e sarà costituita da moduli abitativi di 5 m x 10 m = 50 mq lordi, con gli spazi organizzati in un bagno, una stanza per parlare insieme o studiare, e una camera da letto per 2 persone.
Ciascun piano residenziale, quindi, ospiterà (140 / 5 ) x 2 = 28 x 2 = 56 moduli abitativi e, quindi, 112 persone.
Ogni grattacielo ospiterà 30 piani residenziali x 112 persone/piano = 3.360 persone.
A questo punto mi permetto di ricordare ed evidenziare che
- le terre a ecosistemi appartengono a Cerere;
- le terre sottratte a Cerere dall’uomo, per farne antroposistemi, sono in prestito (possesso temporaneo) alle comunità che ne assumono la responsabilità e le gestiscono,
- gli antroposistemi di vario tipo (selvicolturali, agrari (pascoli e coltivazioni), residenziali, artigianali e industriali, infrastrutturali) sono in uso alle comunità, non alle singole imprese che, tramite delega comunitaria, li gestiscono.
La proprietà privata del singolo individuo è limitata ai beni mobili di uso e consumo proprio e quotidiano.
PEOPLE CARE
Obiettivo raggiunto!
trovare una via tale che le diseguaglianze patrimoniali siano esigue.

Città: gli Esagoni - l'area residenziale PERIMETRALE
I lati degli esagoni regolari E saranno lunghi pari a m volte H, ovvero, nel caso m = 3, E = 140 x 3 = 420 m.
Quindi, un esagono regolare con lato m = 3 x H, con 6 grattacieli coprirà un’ Area S = 2,59808 x m2 = 2,59808 x 4202 = 458.301 mq pari a quasi 46 HA.
Ogni esagono può circondarsi al massimo di 6 esagoni, uno per ogni lato dell’esagono centrale, e una struttura fatta di 1 + 6 = 7 esagoni contiene 6 + 18 = 24 grattacieli, a loro volta, questi 6 esagoni esterni possono essere circondati da 12 esagoni esterni e una struttura fatta di 1 +6 + 12 = 19 esagoni contiene 6 + 18 + 30 = 54 grattacieli, a loro volta, questi 19 esagoni esterni possono essere circondati da 18 esagoni esterni e una struttura fatta di 1+ 6 + 12 + 18 = 37 esagoni contiene 6 + 18 + 30 + 42 = 96 grattacieli e via dicendo vedi tabella sotto riportata.
Città: Grattacieli ed Esagoni
Numero Esagoni | Numero Grattacieli | Persone Ospitate | Ettari Coperti | Ettari Scoperti | Ettari Totali |
---|---|---|---|---|---|
1 | 6 | 20.160 | 2 | 44 | 46 |
7 | 24 | 80.640 | 8 | 313 | 321 |
19 | 54 | 181.440 | 18 | 853 | 871 |
37 | 96 | 322.560 | 32 | 1.664 | 1.696 |
61 | 150 | 504.000 | 50 | 2.746 | 2.796 |
91 | 216 | 725.760 | 73 | 4.098 | 4.171 |
127 | 294 | 987.840 | 99 | 5.721 | 5.820 |
169 | 374 | 1.256.640 | 126 | 7.619 | 7.745 |
217 | 466 | 1.565.760 | 157 | 9.788 | 9.945 |
271 | 570 | 1.915.200 | 192 | 12.228 | 12.420 |
MAPPA DEI SETTORI ECONOMICI

La vecchia mappa dei settori economici mostrava solo tre settori: Market economy, Government economy e Illegal economy.
La nuova mappa dei settori economici elenca sei settori.
A fianco dei tre settori tradizionali: Market economy, Government economy e Illegal economy si aggiungono:
- Household economy,
- Unpaid Community economy,
- Natural economy.
L’economia casalinga o domestica (household economy) non è solo un’unità di consumo ma può essere anche e soprattutto un’unità di produzione.
Il suo prodotto principale sono le persone e le persone sono il fattore di produzione più importante nelle economie postindustriali digitali, sia che si tratti di curare gli altri (genitori, figli, nipoti, ma anche amici, vicini e qualsiasi nostro simile in condizioni di bisogno), sia che si tratti di curare sé stessi.
Il fattore umano, insieme al fattore natura (gli altri esseri viventi), sono gli input fondamentali per una vita di qualità.
Riane Eisler, “The real Wealth of Nations”, 2007. Berret-Koehler Publishers, 978-1-57675-388-0.
In un mondo futuro, per me, ci dovrebbero essere solo due settori:
- Market economy, produzioni dell’uomo (antroposistemi), e
- Natural economy, produzioni degli altri esseri viventi (ecosistemi),
perché solo la vita è motore sociale, politico ed economico e gli attori possono essere solo gli organismi viventi (l’uomo e gli altri).
BIOMIMESI
Vale la pena dire che il modello dello sviluppo di una città a esagoni mima un pattern naturale. A ciascuno di noi viene in mente quello delle celle di un alveare. In realtà, questo pattern è molto più profondo. Noi possiamo copiare dalle api, ma le api hanno copiato dall’acqua! Infatti, l’acqua strutturata o ez-water, l’acqua che trasporta energia, l’ACQUA DELLA VITA, ha una struttura molecolare esagonale.
A seconda del territorio, i grattacieli dovranno, per motivi idrogeologici, o potranno, per scelta della comunità, avere un numero di piani n diverso e, quindi, avere, altezze H e lunghezze L diverse, oltre ad avere un numero m diverso per la determinazione della lunghezza del lato dell’esagono medesimo.
Inoltre, non è detto che ogni volta si debba o possa aggiungere una “corona circolare” intera di esagoni agli esagoni esterni.
Alle volte, si potranno aggiungere solo settori circolari particolari in funzione delle caratteristiche idrogeomorfologiche del sito.
Ne risulta un modello molto flessibile.
Ancora, al centro di un esagono potremmo progettare di porre una struttura multifunzionale, ad esempio, uno stadio o un teatro per vari tipi di eventi sportivi o artistici, o altre strutture.
Città: gli Esagoni - l'area residenziale INTERNA
Gli spazi non coperti dai grattacieli andranno destinati alla coltivazione di Frutta e Ortaggi, prodotti ottenuti senza l’impiego di tecnologie di alterazione genetica (quello che la scienza da profitto e il marketing chiamano miglioramento genetico), con l’obiettivo esplicito di contribuire a rendere la comunità indipendente da un punto di vista alimentare.
Sulle file arborate, provvederemo a seminare o trapiantare piante erbacee perenni orticole, cespugli e arbusti fruttiferi, anche qui mimando il comportamento della Natura, perché la Natura tende a generare policolture di piante perenni in presenza di opportune caratteristiche ambientali e non monoculture annuali.
Tra le file arborate, provvederemo a seminare o trapiantare, invece, piante erbacee orticole annuali.
Parte dei 44 ha scoperti per esagono andranno riservati a elementi naturali, quali:
- capezzagne e strade poderali,
- macchie boscate,
- siepi multifilari, inserendo in queste anche alberi da frutto “antichi” da seme, come noci, olivi, fichi, viti, ciliegi, meli, peri, susini, gelsi, … e, lungo i filari esterni coltiveremo funghi e alleveremo api;
- radure e prati polifiti,
- stagni per la fitodepurazione delle acque dei grattacieli e
- stagni per lo stoccaggio delle acque (meteoriche, di falda o derivate da corsi d’acqua vicini, stagni di fitodepurazione compresi) idonee per essere utilizzate nelle attività agricole come acque di irrigazione e come siti di allevamento di alghe e animali acquatici (molluschi, pesci e anfibi).
Le comunità di ciascun esagono, per poter funzionare, dovranno aprire imprese che a loro volta acquisiranno il team d’impresa selezionando le persone fra i residenti che desiderano ricoprire i posti di lavoro creati per il funzionamento di dette imprese.
Per esempio, per erogare i servizi comunitari di alloggio e ristorazione, compresi i servizi erogati nell’area benessere all’ultimo piano di ciascun esagono, per sollevare tutti i residenti dalle incombenze quotidiane, la comunità dovrà aprire imprese che a loro volta necessiteranno di personale.
Ancora, per la preparazione e la somministrazione dei pasti, le imprese a ciò addette dovranno acquistare, dalle imprese che esercitano l’attività agricola all’interno e all’esterno delle aree residenziali, i cibi non processati (alghe, erbe medicinali, erbe aromatiche e spezie, ortaggi, frutti, noci, semi, funghi, uova, latti, carni, mieli) e quelli frutto di piccole produzioni locali eventualmente attivate all’interno degli esagoni artigianali a vocazione alimentare, quindi verrà impiegato personale anche per attivare l’esercizio di tali attività di produzione agricola e artigianale di tipo alimentare.
I membri della comunità mangeranno solo cibi reali, possibilmente prodotti all’interno dell’esagono o degli esagoni limitrofi e minimamente lavorati, secondo tradizione quando presente.
La produzione di cibi processati sarà limitata a poche categorie di trasformati e sarà vietata l’importazione, la produzione e la commercializzazione di cibi e bevande spazzatura.
Questo tipo di organizzazione ha un risvolto sociale positivo perché permette l’emersione, il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro “domestico”, che invece di essere prestato da membri della famiglia, verrà prestato professionalmente dalle imprese della comunità.
Nessuno dovrà più pulire, disinfettare, lavare, asciugare, piegare, stirare, cucinare, servire al tavolo, lavare pentolame e stoviglie per sé e per i pochi membri della propria famiglia, ma tutti si ritroveranno gli alloggi puliti, la biancheria lavata, asciugata e piegata o stirata, e i pasti pronti e serviti, grazie alle persone impiegate nelle imprese addette a questi compiti, che svolgeranno le loro operazioni in maniera professionale, efficace ed efficiente.
Sollevando le singole persone da tali compiti, altrimenti svolti in maniera inefficiente perché senza economie di scala, le persone avranno a disposizione più tempo da dedicare ai loro progetti di lavoro e di tempo libero.
In più, evitare che ogni famiglia abbia una cucina e un punto lavanderia con tutti i relativi elettrodomestici, permette di eliminare tali produzioni a vantaggio delle produzioni di macchine, utensili e materiali di consumo per cucine, lavanderie e servizi di pulizia professionali opportunamente dimensionati per le comunità servende.
Per esempio, in Italia, nel 2020 c’erano oltre 25.000.000 di famiglie e il nucleo famigliare medio era di 2.3 persone per famiglia, perché eravamo in presenza di oltre 8.000.000 di famiglie unipersonali.
Se ogni famiglia avesse una casa con in cucina un piano cottura, un forno a microonde, un frigorifero e una lavastoviglie, in bagno una lavatrice e un’asciugabiancheria e in un ripostiglio una scopa elettrica e un aspirapolvere, col nuovo sistema risparmieremmo di dover produrre 25.000.000 di piani cottura, forni a microonde, frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici, asciugabiancheria, scope elettriche e aspirapolveri.
Se una macchina professionale può servire 230 persone, allora, per servire 57.500.000 persone basterebbero 250.000 macchine professionali per ogni funzione, al posto di 25.000.000 di macchine non professionali per famiglie.
città: Corona Circolare Agricola esterna all'area Residenziale
In questa area a destinazione agricola e ambientale, vanno posizionati:
- le colture annuali intensive, come:
- cereali, possibilmente tradizionali pre-irradiazione (Farri, Spelte, Frumenti, Orzi, Avene, Segali, Sorghi, Mais per alimentazione umana),
- piante leguminose proteiche da granella (Fagioli, Piselli, Ceci, Lenticchie, Soja per alimentazione umana)
- piante oleifere (Lino, Canapa, Chia);
- foraggere annuali, (loietto), per l’ottenimento di fieni,
- piante da fibra come canapa, juta, lino, cotone e altre;
- le culture poliennali intensive, come:
- oliveti
- vigneti,
- noceti,
- frutteti di grandi frutti: mele, pere, ciliegie, albicocche, pesche, susine, actinidie, aranci, limoni, pompelmi,
- frutteti di piccoli frutti: more di gelso, ribes, uva spina, more di rovo,
- piante aromatiche perenni,
- piante medicinali perenni,
- foraggere pluriennali (erba medica), per l’ottenimento di fieni,
per integrare l’alimentazione umana e per un’alimentazione sana del bestiame allevato [A, B] principalmente per carni e latti – ma anche per pelli (cuoio) e lane; eviterei di coltivare la pianta della Barbabietola da zucchero, per evitare di produrre lo zucchero. Alle latitudini temperate, ci contenteremo di produrre miele con le api.
- gli animali da allevare in recinti con stalle aperte, pagliai e fienili, animali come quelli, all’interno dell’ordine Arctiodattila, appartenenti alle famiglie:
- [A] bovidae: vacche e tori (bue domestico), bisonti europei, bufali d’acqua, capre e stambecchi, pecore e mufloni (anche per la lana);
- [B] cervidae: cervi, daini e caprioli;
- e gli animali da allevare per scopi particolari come, ad esempio, i bachi da seta per la seta e le oche per i piumini.
Le persone addette alla manutenzione ambientale e alla produzione agricola di questa area agricola esterna all’area residenziale dovrebbero vivere sul posto e non commutare quotidianamente dall’area residenziale.
Quindi, è necessario prevedere una corona circolare di costruzioni rurali (case di abitazione, legnaie, fienili, stalle, recinti, ma anche costruzioni di ricovero macchine agricole e attrezzi agricoli) posizionata distalmente (rispetto al centro della città) lungo il perimetro esterno della corona circolare agricola. In quest’area sorgeranno quindi alcune fattorie capaci di ospitare almeno 40 persone, più i figli di età minore di 16 anni (che dovranno commutare per andare a scuola) in modo che, non solo le operazioni ambientali e agricole proprie dell’area, ma anche le operazioni tipiche dell’economia domestica siano svolte in maniera professionale, efficace ed efficiente (economie di scala) all’interno di ciascuna fattoria.
città: Corona Circolare Artigianale e Industriale esterna all'area Agricola
Parallelamente e adiacente alla corona circolare di costruzioni rurali, sorgerà una corona circolare di capannoni a destinazione artigianale e industriale.
Qui si terranno le scorte dei ricambi, delle attrezzature e delle macchine per gli interventi di sostituzione, manutenzione e riparazione degli elementi strutturali (come ad esempio porte e finestre), degli impianti (come ad esempio acqua potabile, energia elettrica, comunicazione), delle macchine e delle attrezzature impiegate per svolgere i servizi offerti ai residenti, quali: produzioni agricole locali, vitto, alloggio, benessere, energia, comunicazione, sicurezza, salute, istruzione e dove sorgeranno gli impianti industriali per la produzione di macchine, attrezzi e mobili.
città: Corona Circolare Silvicolturale esterna all'area Artigianale
Tra la corona circolare artigianale e industriale e la corona circolare a destinazione infrastrutturale verrà creata e mantenuta una lussureggiante corona circolare silvicolturale.
La corona circolare silvicolturale ospiterà aree boschive destinate, con diverse tempistiche di taglio, alla fornitura del legname necessario alla città.
Dalla corona circolare infrastrutturale passeranno attraverso la corona circolare silvicolturale tutte le materie prime o semilavorate destinate alla corona circolare artigianale e industriale per alimentare le produzioni industriali che servono alla prosperità dei residenti della città, e, viceversa, dalla corona circolare artigianale e industriale passeranno attraverso la corona circolare silvicolturale i prodotti ottenuti che prenderanno la via verso la corona circolare delle infrastrutture per essere esportati verso le altre città del pianeta.
città: Corona Circolare Infrastrutturale esterna all'area Silvicolturale
Attorno alla corona circolare silvicolturale ci sarà la corona circolare infrastrutturale per la gestione di passeggeri, merci e dati in arrivo e in partenza da e per la città.
Si tratterà di posizionare in quest’area le stazioni centrali per le varie tecnologie di movimentazione (auto, autobus, camion, treni, aerei ed elicotteri, e, in presenza di corpi acquatici, barche e navi) dalla città verso le altre città, o dalle altre città verso la città.
Bacini imbriferi
In questo contesto lasceremo da parte la distinzione tra bacino imbrifero (raccolta delle sole acque meteoriche) e bacino idrografico (raccolta delle acque meteoriche e delle acque di fusione di ghiacciai e nevai).
Un bacino imbrifero può essere piccolo o grande in estensione, non ospitare alcuna città, ospitare una città o ospitare molte città al suo interno.
Quando più città occupano lo stesso bacino imbrifero, allora i legami fisici, chimici e biologici (inquinamento delle matrici gaiane, variazione della biodiversità) tra dette città saranno interdipendenti e stretti.
In questo caso, le città appartenenti allo stesso bacino imbrifero dovrebbero costituire una o più imprese di rilevazione, coordinamento e controllo dell’uso di energia e materia, per indicare e facilitare le varie azioni di risparmio di energia, riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero di materia.
I bacini imbriferi, dapprima semplici, via via che si scende verso un lago chiuso, una palude o un mare, diventano bacini vieppiù complessi.
Alla complessificazione è necessario rispondere con la costituzione di imprese che rilevano, studiano, consigliano le comunità, organizzate in città appartenenti ai vari livelli di complessità di quel bacino imbrifero, sempre nell’ottica di salvaguardare dall’inquinamento e dalla perdita di biodiversità gli antroposistemi e gli ecosistemi racchiusi in tali limiti grografici.
catene montuose
Come i bacini imbriferi complessi e le comunità ad essi afferenti hanno bisogno di imprese che si dedicano allo studio, al monitoraggio, alla predisposizione periodica di stati del bacino imbrifero, sotto i profili fisici, chimici e biologici, in cui vengono indicate le possibili azioni di riduzione delle cause di disturbo ambientale provocate dall’azione umana, così, a un livello più complesso, sarà necessario fare altrettanto per il raggruppamento di tutti i bacini imbriferi che sono generati da una stessa catena montuosa e che fluiscono verso lo stesso corpo idrico finale (lago chiuso, palude, mare) o verso corpi idrici finali diversi.
Lo stesso dicasi quando più catene montuose contribuiscono a generare parte di uno stesso gruppo di bacini imbriferi.
isole
Le isole possono ricomprendere nessuna, una o più catene montuose, come nel caso dei continenti che altro non sono se non delle grandi isole circondate da mari e oceani.
Anche in questo caso, ci sarebbe bisogno di creare gruppi di ricerca che mettano insieme i dati e le azioni intraprese a livello di bacini imbriferi e catene montuose.
Anche in questo caso, ci sarebbe bisogno di creare gruppi di ricerca che predispongano periodicamente stati dell’Isola, sotto i profili fisici, chimici e biologici, stati in cui vengano indicate le possibili azioni di riduzione delle cause di disturbo ambientale provocate dall’azione umana.
mari
Come tutto quello che succede nei Mari si riflette sulle aree costiere delle Isole e sui tratti terminali dei fiumi che fluiscono ai Mari, così tutto quello che succede sulle terre emerse si riflette alla fine sui Mari.
oceani
In questa discersa dai monti ai mari, quanto detto in precedenza vale per gli Oceani con le loro peculiarità planetarie.
pianeta terra
Nonché per il Pianeta Terra, la nostra casa madre.
RIASSUNTO
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Note
In tema di quali alimenti mangiare per mantenerci sani e “giovani”, gli ultimi libri e articoli scientifici convergono verso i cibi reali (Real Foods), detti anche cibi integrali (Whole Foods), i cibi fatti così come li produce Madre Terra.
Ma cosa si intende per cibi reali?
Per cibi reali si intendono i cibi che hanno tre proprietà:
- nessun componente viene loro tolto;
- nessuna sostanza viene loro aggiunta (nessun additivo);
- non sono stati sottoposti ad alcun processo post raccolta o post cattura, a seconda che si tratti rispettivamente di un’alga, una pianta, un fungo o di un animale, o, se sono stati sottoposti a processi, che siano stati minimamente processati.
Di seguito i processi riconosciuti come processi minimi.
Per le alghe, le piante e i funghi:
- pulizia dalla terra;
- eliminazione di altre piante presenti;
- eliminazione di animali, a qualsiasi stadio di sviluppo, presenti;
- eliminazione delle parti affette da malattie batteriche e fungine;
- eliminazione delle parti affette da rosure di animali invertebrati;
- lavaggio con acqua a temperatura ambiente;
- asciugatura;
- selezione per qualità e dimensione;
- taglio;
- fermentazione spontanea (wild fermentation);
- confezionamento;
- etichettatura;
- conservazione a freddo (refrigerazione, congelazione e surgelazione), possibilmente sottovuoto.
Per gli animali vertebrati (dove applicabile):
- tramortimento;
- dissanguamento;
- eliminazione corna e zoccoli, o becco, speroni, unghie;
- spellatura, o spennatura / spiumatura;
- eviscerazione;
- lavaggio carcasse con acqua a temperatura ambiente;
- lavaggio viscere con acqua bollente;
- asciugatura;
- frollatura;
- sezionamento, disossatura, macinazione;
- fermentazione spontanea;
- confezionamento;
- etichettatura;
- conservazione a freddo (refrigerazione, congelazione e surgelazione), possibilmente sottovuoto.
Fra i cibi salutari, oltre ai cibi reali, possiamo aggiungere anche alcuni cibi processati. Tali sono alcuni di quei cibi
- ottenuti da cibi reali a cui vengono toltealcune componenti,
- ottenuti da cibi reali senza l’aggiunta di alcuna sostanza,
- ottenuti da cibi reali tramite processi meccanici a temperatura e pressione ambiente non ricompresi nella lista dei processi minimi.
Tali cibi, lo ripeto, non sono cibi reali, bensì cibi processati.
Mi riferisco, per esempio:
- all’olio d’oliva extraverginebiologico (frangitura, gramolatura, torchiatura, centrifugazione; in questi processi elimino le parti solide di nocciolo, polpa e buccia e l’acqua),
- al burro di panna (affioramento, raccolta, zangolatura; grasso 83%),
- al mosto d’uva, di altri frutti e di fiori (pigiatura, fermentazione spontanea senza inoculo, separazione e allontanamento della frazione solida).
Importantissimi, in realtà, sono anche gli ambienti e i processi di produzione (coltivazione e allevamento) a monte delle operazioni post raccolta e post cattura.
Madre Terra non produce i cibi reali secondo i metodi dell’agricoltura convenzionale, e sinceramente neanche secondo i metodi
- dell’agricoltura biologica,
- dell’agricoltura rigenerativa,
- dell’agricoltura biologica rigenerativa,
- dell’agricoltura biologica rigenerativa non industriale.
Ma queste ultime si avvicinano progressivamente sempre di più alle produzioni naturali.
In campo agricolo, la Permacultura cerca di mimare, per quanto possibile, i processi di Madre Terra, per cui tende a adottare i metodi dell’agricoltura biologica rigenerativa non industriale.
Ma non si può annullare la distanza tra l’azione dell’uomo e l’azione di Madre Terra: l’agricoltura era, è e sempre sarà un’attività che modifica e sfrutta Madre Terra ai fini umani.
Noi specie umana (di solito si dice genere umano come se ci fossero diverse specie umane, ma non mi risultano altre specie umane) possiamo solo imparare a impattare il meno possibile (Permacultura) su Madre Terra e, se fossimo intelligenti e caring, a lavorare sempre pro materia vivente e mai pro materia non vivente.